Sole nero

2025-2026
Uno spettacolo di e con Roberto Paci Dalò liberamente ispirato alle scritture di Osip Mandel’štam. Il progetto prende avvio dalla scrittura del poeta ebreo-russo Osip Mandel’štam (morto in viaggio nel 1938 verso un gulag nell’estremo oriente dell’Unione Sovietica) intrecciandola alla pratica del samizdat. Sole nero è un lavoro teatrale-musicale con Paci Dalò in scena. Circondato da macchine visive e sonore, attraversa il testo usando le fonetiche italiana e russa che a tratti divengono glottolalia.

Appare nell’opera anche la vera voce di Mandel’štam che viene dilatata fno a costruire una fligrana acustica all’interno della quale si esegue il lavoro. Moltiplicando la singola voce attraverso tecnologie multicanale in modo tale da costruire cori che circondano il pubblico. Tra i testi utilizzati una particolare attenzione viene data a Conversazione su Dante e l’azione scenica è situata in uno spazio sincretico tra Russia, Unione Sovietica, Gerusalemme, Armenia e Ravenna (la capitale d’Oriente). Una psicogeografa mandelstamiana.

 

Samizdat самиздат un progetto di Roberto Paci Dalò attorno alle parole e al tempo di Osip Mandel'štam. Una gemmazione da Sole nero.

Nell’arco di tempo dal 2023 al 2025 Paci Dalò investiga l’opera del poeta ebreo-russo Osip Mandel’štam (1891-1938) e intende partire dalla pratica del samizdat per sviluppare un ciclo di azioni artistiche fatte di laboratori, conversazioni, teatro, disegno, performance, concerti, suono, flm, edizioni. A partire da queste pratiche l’artista creerà poi uno spettacolo dal titolo Sole nero che debutterà nel 2024 in Italia.
Il progetto prende avvio dalla scrittura di Mandel’štam (morto in viaggio nel 1938 verso un gulag nell’estremo oriente dell’Unione Sovietica, non lontano da Vladivostok) intrecciandola alla pratica del samizdat. Il termine indica l’attività di difusione clandestina di scritti illegali riprodotti a mano, poiché censurati dalle autorità o in qualche modo ostili al regime sovietico. самиздат in russo signifca “edito in proprio” e indica un fenomeno sociale, culturale e politico spontaneo che esplose in Unione Sovietica e nei Paesi del blocco orientale tra la fne degli anni cinquanta e i primi anni sessanta. Viene usato in senso analogo per indicare tutte le produzioni giornalistiche e letterarie costrette alla clandestinità a causa di un regime di censura governativo. Il samizdat sovietico è stato un fenomeno unico nel suo genere. Riprodurre in proprio (a mano o con la macchina per scrivere, di rado col ciclostile) dei testi che la censura di stato non avrebbe mai fatto passare non era un’attività che riguardasse solo la letteratura, anzi; in esso confuirono all’inizio documenti di ogni genere, materiali segreti, proteste e appelli, versi, romanzi, saggi flosofici.
I samizdat erano diversi non solo per le idee e i dibattiti che essi difondevano ad un pubblico maggiore, ma anche per il formato. Battuti a macchina, spesso macchiati e spiegazzati, con numerosi errori tipografci e copertine anonime. Il formato dei samizdat nasceva dalla mancanza di risorse e dalla necessità di passare inosservati. Col tempo i dissidenti in Unione Sovietica iniziarono ad ammirare queste qualità per se stesse; l’aspetto rafazzonato dei samizdat contrastava fortemente con i ben fabbricati e regolari volumi dei testi autorizzati dallo stato. Il formato dei samizdat guadagnò un’importanza maggiore delle idee che esse esprimevano e divenne un potente simbolo dello spirito ribelle ma senza risorse materiali degli abitanti dell’Unione Sovietica; lo stesso formato elevava la lettura dei samizdat ad un’azione clandestina di valore.
Insieme al mondo cartaceo abbiamo il cosiddetto audio di contrabbando. Un “disco osseo” fatto in casa Ribs, “musica sulle costole”, “dischi ossei” o roentgenizdat (roentgen- dal termine russo per raggi X, che prende il nome da Wilhelm Röntgen) erano dischi fonografci fatti in casa, copiati da registrazioni proibite che venivano contrabbandate nel paese. Il loro contenuto era rock and roll occidentale, jazz, mambo e altra musica, e musica di emigrati banditi. Venivano venduti e scambiati sul mercato nero. Ogni disco è un foglio di plastica sottile e fessibile registrato con una scanalatura a spirale su un lato, riproducibile su un normale giradischi fonografco a 78 giri/min. Erano realizzati con un materiale economico e disponibile: pellicole radiografche usate (da cui il nome roentgenizdat). Ogni grande foglio rettangolare è ritagliato in un cerchio e registrato individualmente utilizzando un improvvisato tornio di registrazione. I dischi e la loro limitata qualità del suono ricordano il disco fessibile prodotto in serie e potrebbero esserne stati ispirati.

Credits

Sole nero
teatro dell’ascolto di e con Roberto Paci Dalò liberamente ispirato a testi di Osip Mandel’štam.
Collaborazioni: Alyona Shumakova, Enrico Pitozzi, Fabio Condemi, Benedetta Bronzini, Olga Strada, Lucia Amara, Nicoletta Fabbri, Elena Di Gioia, Gabriele Frasca, Roberto Grandi

Debutto: stagione 2025-2026