R.R.
Nuovo quotidiano di Rimini
2 Novembre 2011
Il teatro riminese ‘resuscitato’ per De Bello gallico – Enklave Rimini
Lo spettacolo tra i ruderi ha richiamato tanti spettatori
In un clima surreale una mescolanza di ricordi e suggestioni
RIMINI Tutti in fila per tornare nelle viscere del resuscitato teatro cittadino, da decenni testimone muto del fluire della storia. “Siamo qui perché volevamo vedere cosa c’è dentro”, confessano alcuni dei riminesi riusciti lunedì sera a varcare il foyer. E poi l’hanno visto il teatro Gallico con le sue ferite e le sue cicatrici, come un gigante da troppo tempo abbandonato ad un infinito letargo e d’improvviso di nuovo in scena. Per due serate consecutive il Galli è tornato a “parlare” il suo linguaggio, quello della musica e delle immagini, delle luci e delle ombre, gli ingredienti di uno spettacolo (ideato e diretto da Roberto Paci Dalò con Giardini Pensili) che ha come filo conduttore lo “spettacolo della guerra”: la Rimini bombardata, il tempio Malatestiano distrutto, il teatro ridotto in macerie. Quelle stesse macerie che De bello Gallico – Enklave Rimini ha fatto toccare con mano agli spettatori, in piedi dentro l’enorme androne, di fuoco a putrelle e sacchi di cemento, addossati alle transenne di ferro che separano la “platea” dall’ex “palco scenico”, martoriato dagli scavi. In un clima suggestivo e surreale si mescolano le voci della storia sulle pareti scrostate e i ricordi degli spettatori, le emozioni.
Ci vorranno almeno 4 anni prima che il Galli torni a essere il teatro dei riminesi, ma già con questa “anteprima” ha dimostrato di non aver perso il tuo fascino.
R.R.