Dark Matter

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Dicembre 6, 2024

Media: Premio Dubito

Dark matter

Dark matter
di Roberto Paci Dalò

Due sono i testi che permettono di affrontare con consapevolezza il rapporto tra musica e poesia: Vom Kriege (Della guerra) di Karl von Clausewitz pubblicato a Berlino nel 1832 dall’editore Ferdinand Dümmler e Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法 (L’arte della guerra) di Sun Tzu, figura leggendaria presumibilmente vissuta in Cina nel tardo periodo delle primavere e degli autunni (春秋時代, Chūnqiū Shídài) tra il 722 e il 481 a.C.
Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo. (Sun Tzu)

Dunque di guerra si tratta, guerra continua, battaglia permanente dove la parola poetica si fa suono per creare luoghi di combattimento nei quali disegnare movimenti dei contrapposti eserciti. Il conflitto è tra suono e parola. Conflitto esterno ma anche interno. Il poeta combatte con se stesso, la sua voce si scontra con la sua parola ma anche il corpo che guerreggia con la voce stessa. Il suono combatte con lo spazio e lo disegna. Proprio il suono, e solo il suono, traccia il perimetro del campo di battaglia. Guerra sonica, sonic warfare. 

Nella drammaturgia della guerra immaginiamo che la voce – anche elaborata dal vivo attraverso l’elettronica – viaggi attraverso spazi e materiali diversi. Immaginiamo che la voce della persona di fronte a noi nasca in una piccola stanza di legno per poi nel corso della performance entrare in un edificio gradualmente sempre più grande, ampio e marmoreo. E quindi uscire in uno spazio urbano per poi ritrovarsi a camminare verso una foresta ai margini della strada. Immersi come siamo nel paesaggio sonoro di questi spazi, ogni sillaba, ogni pausa, ogni volume diventano materiali interpretativi. Esplorare il testo con una lente d’ingrandimento che in egual misura amplifica senso, acustica e frequenze. Attraversare il buio della mente. 

Ma anche il movimento del suono intorno all’ascoltatore può generare prassi esecutive sempre più articolate e potenti. La voce rotea e si muove attorno a noi in un campo elettrico fatto bagliori, scariche, scintille e zone oscure. Bisogna ricordare come la musica sia una porzione microscopica di qualcosa ben più ampio che è il suono. Dopodiché la musica va declinata al plurale per cui dobbiamo parlare sempre e comunque delle musiche.

La configurazione tattica eccellente, dal punto di vista strategico, consiste nell’essere privi di configurazione tattica, ossia nella condizione “senza forma”. Quando si è senza forma, neanche gli agenti segreti più profondi sono in grado di spiarci, né gli uomini più intelligenti di tramare progetti. (Sun Tzu)
La pagina del libro è una mappa, un giardino. Nella Torah gli attraversamenti del testo sono anch’essi geografici e spaziali. Un movimento tra blocchi del discorso con caratteri di dimensioni diverse affinché il viaggiatore possa immediatamente – a colpo d’occhio – ritrovare le gerarchie temporali del testo (i caratteri più grandi sono i testi più antichi e man mano che ci avviciniamo al presente le dimensione del font dei commentari si fa più piccola).
Erra Giovanni nel suo Vangelo. All’inizio non fu la Parola (Logos), all’inizio fu la Voce e Francesco sicuramente parlava agli animali, ma usando le loro di voci. 

Il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi. (Sun Tzu)
Un caso studio: L’Assedio delle ceneri
Penso al lavoro fatto insieme a Gabriele Frasca a Napoli nella chiesa della Certosa di San Martino. Lì abbiamo allestito per il Napoli Teatro Festival nell’arco di un mese un ciclo di prediche – di sermoni contemporanei – dove ogni due giorni veniva creato uno spettacolo diverso con un nuovo testo e un nuovo interprete (attori e poeti). Il tutto aperto e chiuso da due testi del predicatore gesuita seicentesco Giacomo Lubrano. La chiesa è stata ridisegnata completamente (voce, luce, suono, oggetti) per trasformarla in una macchina, in un dispositivo teatrale e sonoro completamente tecnologico e di conseguenza totalmente gesuitico. Un luogo sensoriale e della maraviglia.

L’arte della guerra consiste nello sconfiggere il nemico senza doverlo affrontare. (Sun Tzu)

La musica non accompagna mai la poesia. Una musica che costruisce spazi sonori accoglie un testo, o meglio una voce, per cui anche il rapporto tra coloro che scrivono con le parole e coloro che scrivono con i suoni necessita di un ampliamento delle modalità percettive e strutturali. 

Sto lavorando a un progetto che mi sta a cuore: una performance dove ci sarà della musica accompagnata dalla poesia. Ci saranno musicisti in scena e sotto questi ci saranno dei poeti farfuglianti. Mi piace l’idea del poeta che accompagna con materiali indistinti una cristallina tromba solista. 

Ma adesso basta. La Dark matter ci chiama.